Tragicomica allegoria, che si fa enorme in uno stadio del ghiaccio che fa da sfondo al suo ufficio di funzionario statale; divertente e ripetitivo. Così, quella che sembrava essere una irrispettosa riflessione sul male di vivere in un mondo ancora più malandato, si trasforma in una serie di sketch talora divertenti, ma sempre più impotenti nella loro cattiveria sottolineata. In un finale più coerente, l'autore del memorabile IL DECLINO DELL'IMPERO AMERICANO evade ai tempi delle Crociate, con predicatori che invocano il ritorno dei bei tempi, quando si sgozzavano milioni di infedeli. Ma è un po' tardi; anche per il ritorno a certi riferimenti drammatici lasciati dal precedente, e quanto più significativo, LE INVASIONI BARBARICHE.